Social Value Experience – Diario di Álvaro – Ep. 3

In queste settimane abbiamo avuto per una parte la preparazione di un evento e per l’altra l’inizio del Natale. La domenica del 16 abbiamo fatto qui in associazione, la tombola che è il gioco tradizionale di Natale in Italia. Abbiamo cercato sponsor per i premi, abbiamo creato le locandine e abbiamo fatto la promozione. Il giorno dell’evento ho vinto un “ambo” e una “cinquina”, perché nella tombola italiana se fai due numeri nella stessa linea è “ambo”, tre numeri nella stessa linea è “terno”, quattro è “quaterna”, cinque “cinquina” e se completi la cartella è tombola. Io pensavo che fosse facile vincere, ma è molto complicato. Dopo l’evento abbiamo fatto una cena con i miei tutor, Zoé, Valeria e i suoi amici. Valeria è la ragazza con la quale facciamo tutto quello che riguarda la comunicazione nell’associazione, la stessa persona che ci censura e corregge le brutte parole che diciamo e scriviamo nei post del blog. =)

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Prima di Natale abbiamo collaborato con le maestre di una scuola per bambini tra 3 e 5 anni. Questi hanno fatto il presepe vivente, e hanno decorato tutta la scuola completamente. In ogni classe hanno ricreato un luogo preciso, una era il fiume e i bambini dovevano essere i pescatori e le lavandaie, in un’altra facevano il pane perché era il panificio, e tutto così. Successivamente mi sono mascherato da Babbo Natale per un giorno in cui i parenti dei bambini visitavano la scuola.

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Il Natale non è molto differente da quello a cui sono abituato in Spagna, la domenica del 23, Zoé e io con i nostri vicini di casa, siamo andati a fare un giro per il centro dove c’era un mercatino e facevano spettacoli di strada. In più, senza volere abbiamo formato parte di un piccolo gioco che se chiama, “adotta un volontario europeo per Natale”. Perché i giorni 24 e 25 li abbiamo passati con Carlo e la sua famiglia, i quali sono tutti molto gentili; abbiamo giocato a molti giochi di società e al computer con Carlo e Claudio, suo fratello. Il 26 ci hanno invitati i genitori di Roberto a mangiare insieme, perché qui si celebra Santo Stefano; abbiamo anche giocato con le carte napoletane e con la nipotina di Roberto. Mi hanno regalato un sacco di cose, una maglietta, una tazza e un paio di braccialetti. Sono tutti incredibili, mi sento molto fortunato a sentirmi come in famiglia tanto lontano della mia.

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